WANDERN IST WANDELN


Wandern ist Wandeln: 
Viaggiare è Trasformare 




Viaggiare, come ha scritto Pessoa, non è che un "essere altro costantemente". Un viaggio, con tutte le sue sfaccettature e le emozioni cui ci sottopone, ci concede l'illusione della fuga lasciandoci per ultima la sicurezza del ritorno. 
(Carla Fiorentino)



Il viaggio è una specie di porta, per la quale si esce dalla realtà per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno.
(Guy de Maupassant)


Il viaggio che a molti appare come un bel sogno, un gioco seducente, la libertà per ecellenza, in realtà è impietoso, una scuola per abituarci all'inevitabile corso della vita, all'incontro e alla perdita, e in cui si fa sul serio.
(Annemarie Schwarzenbach)


VIAGGIARE E' ANCHE WANDERN



CANZONE DI VIAGGIO

Sole, brilla adesso dentro al cuore,
vento, porta via da me fatiche e cure!
Gioia più profonda non conosco sulla terra,
che l'essere per via nell'ampia vastità.

Verso la pianura inizio il mio cammino,
sole mi fiammeggi, acqua mi rinfreschi;
per sentire la vita della nostra terra
apro tutti i sensi in festa.

Mi mostrerà ogni giorno nuovo,
fratelli nuovi e nuovi amici,
finché senza dolore ogni forza loderò,
e di ogni stella sarò ospite e amico.

 "La felicità, versi e pensieri" di Hermann Hesse

VIAGGIARE NON E' SOLO SPOSTARSI


Il nostro viaggio inizia così, ci nutriamo delle idee dei popoli nomadi, delle idee di chi del viaggio ha fatto una ragione di vita, senza meta, solo con la piena consapevolezza che è il cammino la vera destinazione. Sulle note di de Andrè vogliamo iniziare questa strada. Che inizia da quando decidi di partire, anche se sarà soltanto fra qualche settimana.



 ("per la stessa ragione del viaggio, viaggiare")

Fabrizio De Andrè - Khorakhané "A forza di essere vento"




Ballata incentrata sullo stile di vita e l'assoluta libertà del popolo Rom (la parola "Khorakhané" indica appunto una tribù orientale d'origine Rom). I Rom vengono qui dipinti come un popolo senza una vera casa e per questo totalmente liberi e privi di condizionamenti economico-sociali. Da qui la metafora, il senso del pezzo: la vita è come il viaggio di uno zingaro, che parte senza sapere la meta e senza soprattutto-curarsi di questa, perché il fine diventa solo un interessante particolare, non lo scopo dell'esistenza umana
 ("per la stessa ragione del viaggio, viaggiare")


Rendez-vous con il Diavolo



Stiamo defiendo e studiando il percorso... più lo conosciamo, più ci stupiamo di quante cose offra. Ci stiamo già immaginando di passare con la nostra Silvia su un ponte a forma di "schiena d'asino" costruito dal diavolo. Scopriamo che esistono delle grotte da cui entri da un piccolo buco, lo stesso piccolo buco (pinhole) che compone le immagini del libro fotografico che vogliamo pubblicare. Osservando il territorio dall'occhio del satellite di google non vediamo l'ora di guardare l'Emilia dal suo Balcone.

Wanderer, Wandern, Wanderung.


Wanderer, Wandern, Wanderung. Il "viandante", nella nostra mentalità latina è sempre stato colui che transita da un luogo all'altro, da una collettività all'altra, consapevole che la casa, il gruppo sociale ben identificato sono gli ambiti che gli competono, che sente suoi ed in cui si riconosce. Il cammino è un viaggio, da programmare e compiere nel più breve tempo possibile perché ostico e talvolta pericoloso con poca o nessuna attenzione per le nuove realtà che li circondano.



Ben differente è invece la connotazione auratica che la parola Wanderer, viandante, assume nelle terre di lingua tedesca. Qui, chi segue un cammino non si dirige verso qualcosa di connotabile fisicamente, verso un "luogo" reale, tangibile; al contrario, egli è un avventuriero dello spirito, un essere che va alla ricerca di sé stesso, o meglio dell'indefinibile, di ciò di cui una lontana eco del proprio animo rende certi dell'esistenza, ma che sfugge ad ogni più rigorosa disamina razionale. La Wanderung, quasi sempre a piedi, quasi mai a cavallo, il fine e non il mezzo; di chi giace per una notte sotto un riparo di fortuna, od offerto da uno stanziale ospitale, ben sapendo che ciò non è, nè è desiderato, per sempre; che il giorno successivo il cammino dovrà riprendere, lungo prati verdi, colli boscosi, radi villaggi annunciati da campanili appuntiti, sotto cieli sempre mossi, sempre spazzati dal vento, talvolta plumbei ed ostili; talvolta in compagnia, ma più spesso da soli. 

Tre chilometri all'ora


Sei giorni di viaggio attraverso l'appennino emiliano incontrando cucina, opitalità , realtà virtuose, persone e strade che rendono unico questo territorio. Quattro viandanti che ascoltano e sentono il sentiero condividendolo con la rete, facendosi impressionare, attraverso la dilatazione del tempo, dalle emozioni del territorio. Impressionando così la pellicola.